La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 3 agosto 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  -B-

Letture:

Es 16,2-4.12-15 /Sal 77 /Ef 4,17.20-24 /Gv 6,24-35

“Sono io il Pane di vita”.

   Voi mi cercate… dice Gesù. La gente cerca, ma che cosa cerca?

A volte il Vangelo dice che Dio cerca: il pastore cerca la pecora, Gesù cerca non i sani ma i malati, cerca i peccatori e i perduti invece dei giusti.

Quando sono invece gli uomini che cercano, Gesù domanda: Che cercate? C’è ricerca e ricerca. Gesù critica la ricerca della folla: lo cercano per il pane gratis. Non è vera ricerca perché non hanno colto il “segno”.

Fanno a Gesù una domanda inutile: Quando sei venuto qua? La domanda da farsi era un’altra: interrogarsi sulle vere motivazioni per cui si cerca.

Gesù si sforza di spostare l’attenzione della gente. Anche questo è un insegnamento: cioè le domande che l’uomo fa non sono magari le più importanti. Primo compito di Gesù è orientare l’attenzione nella direzione giusta. Lo fa con una constatazione: Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato dei pani.

I “segni” fatti da Gesù sono oltre la moltiplicazione dei pani e comprendono tutta la sua opera.

Il contrasto tra ciò che la gente cerca e ciò che Gesù è pronto a darle è detto chiaramente. La gente cerca un cibo limitato, che dura poco, che perisce e delude. Gesù invece intende donare un cibo che viene da Dio, che non delude e dona la vita, e che soddisfa il vero bisogno dell’uomo.

Il pane materiale è solo un simbolo del pane vero che “discende dal cielo”.

La gente ricorda la manna dei tempi di Mosè. Si richiama al passato e Gesù corregge questa ricerca del passato.

Il miracolo della manna era orientato verso il futuro, prefigurava il vero pane disceso dal cielo che consiste nella Parola di Gesù e nella sua persona.

L’uomo deve cercare Cristo, non il passato. Deve aprirsi a una novità presente e non pensare a una riedizione del passato.

Gli interlocutori giudei di Gesù chiedono poi quali siano le “opere” da fare (cioè i precetti e le osservanze da praticare per avere la vita): Che cosa dobbiamo fare per impegnarci nelle opere di Dio?

Essi suppongono che la salvezza sia opera umana e conquista dell’uomo. Gesù vuol far capire che la salvezza è dono e l’opera che l’uomo deve fare è una sola: accogliere il dono. L’opera da fare è credere in colui che Dio ha mandato. Per cercare Dio con tutto il cuore non basta compiere le opere della legge né osservare una lunga serie di pratiche: occorre credere in Gesù.

L’affermazione più importante è ancora un’altra: “Sono io il pane di vita”. L’affermazione (ripetuta) ha un significato profondo e polemico. Contiene la pretesa di Gesù di offrire all’uomo quella salvezza che ciascuno cerca (più o meno consapevolmente). Gesù è il pane di cui l’uomo ha bisogno.

La nota polemica sta in questo fatto, che il vero pane è Gesù, non le altre offerte di salvezza, non le ricerche dell’uomo, non le ideologie, non l’oggetto della loro speranza deludente. Gesù è il pane di vita e lui ci basta!