La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 9 agosto 2024 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – B –
Letture:
Ap 11,19; 12,1-6.10 /Sal 44 /1Cor 15,20-26 /Lc 1,39-56
Maria porta Cristo all’umanità senza speranza.
La vita di Maria è attraversata da una grande gioia, dopo l’annuncio… ma non tutti sono in grado di capirla. Solo Elisabetta può ricevere la confidenza ed entrare in sintonia.
Maria cerca Elisabetta e va a trovarla perché è in grado di capire e condividere.
A volte si cerca l’altro per lo più per lamentarsi. Capita che una persona venga inchiodata al telefono perché si prenda una parte del peso e delle fatiche di qualcuno.
È difficile invece trovare qualcuno col quale condividere la gioia. Non lo facciamo forse per scaramanzia, e poi non conviene far sapere agli altri che siamo felici. Preferiamo vivere da soli, con riserbo, una gioia.
È difficile trovare qualcuno col quale condividere in modo profondo le cose importanti e semplici che accadono nella vita quotidiana.
L’incontro di Maria con Elisabetta mostra che non c’è esperienza più profonda di avere qualcuno con cui ci si sente capiti. Maria ed Elisabetta leggono insieme le loro storie personali e insieme scoprono come Dio attraversa le loro vite.
Maria insegna a cercare l’altro. Per far questo occorre alzarsi, scomodarsi e mettersi in viaggio: Maria si alzò e andò in fretta verso la montagna…
Maria vince la paura e supera le distanze della montagna, su strade infide.
Non si confida con nessuno, ma solo con Elisabetta: colei che può capire, anzi una donna che sta vivendo un’esperienza simile e per di più collegata alla sua.
Elisabetta era l’umanità sterile. Era simbolo dell’umanità senza speranza, convinta di non poter più dare frutto. Questa è una tentazione. L’idea che Dio sia ormai lontano le attraversa la mente.
Anche Zaccaria, suo marito, nonostante il tempo che trascorre nel santuario a contatto con il Signore, non crede più che Dio possa fare qualcosa di nuovo nella loro vita. Forse Elisabetta, nel suo silenzio, ha continuato a sperare. Forse ha sperimentato la solitudine, l’impossibilità di condividere con qualcuno quel briciolo di speranza.
Maria porta Cristo nell’umanità sterile e senza speranza.
Maria è la Comunità cristiana spinta dal desiderio di comunicare la gioia di avere Cristo (Ma ce l’ha, questa gioia?). La vicinanza di Cristo spinge: a scomodarsi, a mettersi in viaggio per raggiungere l’umanità senza speranza…
L’incontro fra le due donne permette a Elisabetta di capire il significato di quell’incontro: A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Elisabetta dà a Maria la conferma che Dio entra nella loro storia di persone semplici.
La storia ci ha abituato a ricordare i personaggi illustri, ma il modo che Dio ha di fare storia è diverso.
Maria dona la gioia che Eva ci tolse: ci dona Cristo. C’è un legame che precede tutti e tutti unisce, perché tutti coinvolti in questo destino di salvezza.
L’altro è sempre colui che è salvato con me, colui nel quale posso vedere il mio destino di salvezza. Posso sempre cercare l’altro per condividere la bellezza della vita.