La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 17 gennaio 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-
Letture:
Is 62,1-5 /Sal 95 /1Cor 12,4-11 /Gv 2,1-11
“Fate quello che vi dirà”.
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea…
Sposarsi diventa un atto coraggioso. Qualcuno ha detto che è come imbarcarsi su una barca fragile, su una barchetta di carta.
È scelta coraggiosa che accetta il rischio di giocarsi la vita sulla parola di un altro/a che può cambiare o decidere di andarsene.
Si tratta di rinunciare a una parte dello spazio delle proprie ragioni per essere continuamente espropriati. La vita matrimoniale continua a tirar fuori dalla tentazione di pensare solo a sé stessi, perché un altro ti ricorda continuamente che non ci sei solo tu.
Solo se siamo convinti che nella vita tutto è dono, c’è una relazione coniugale. Infatti Dio nella Bibbia si presenta sempre come sposo che ama l’umanità e si dona fedelmente.
Il matrimonio è l’immagine dell’alleanza di Dio col suo popolo. Il fatto della partecipazione di Gesù alle nozze di Cana è in relazione con Dio sposo dell’umanità.
Giovanni Battista dirà di essere “l’amico dello sposo” e allude a Gesù.
Lo sposo di Cana non si rende neanche conto del vino migliore e che prima il vino mancava, ma il lettore sa da dove viene quel vino nuovo.
Questa coppia di sposi a Cana manca di qualcosa che è necessario per far festa. Non hanno più vino. Il vino non sta finendo, proprio non ce n’è più. Sembra di vedere quegli sposi che vivono momenti di aridità, che non sanno più che cosa dirsi e non riescono neanche a chiedere aiuto.
La coppia di sposi a Cana è rimasta senza vino forse per la loro condizione di povertà. Alcuni hanno pensato che erano poveri.
Ma forse sono rimasti senza perché troppo generosi. Gli sposi sono senza vino perché hanno invitato troppi ospiti alla festa della loro vita.
A volte le risorse finiscono perché si è stati troppo generosi. Si dona tutto e si rimane senza niente…. Ma quel vuoto diventa l’occasione per ricevere un dono ancora più grande.
Chi trattiene il vino per sé non si predispone a ricevere da Dio un vino di qualità migliore.
Lo sguardo di Maria, che si accorge di quello che manca, è lo sguardo di una donna che riconosce quello di cui c’è bisogno.
Lei è sempre attenta ai bisogni dei suoi figli, sempre disponibile a chiedere al suo Figlio di entrare nella nostra vita e cambiarla.
Maria dice una sola parola nel Vangelo di Giovanni, e forse la più importante: Fate quello che vi dirà.
L’esperienza della mancanza di vino è un momento che una coppia può attraversare. La vita è fatta di tempi diversi, di momenti di entusiasmo e momenti di fatica, di momenti di condivisione e momenti di incomprensione, ma è sempre un tempo in cui il Signore può entrare nella nostra storia e colmare il nostro vuoto.
Noi tutti cerchiamo qualcosa. Forse non sappiamo bene neanche noi che cosa. Gesù ci chiede: Che cosa cercate? È la domanda che ha fatto ai due discepoli che, un po’ titubanti, camminavano dietro a lui.