La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 15 febbraio 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-

Letture:

Ger 17,5-8 /Sal 1 /11Cor 15,12.16-20 /Lc 6,17.20-26

Beati solo se si punta la fiducia su Dio!

   Beati voi poveri… guai a voi ricchi

È solo un richiamo alla saggezza? Non ci vuol molto a capire che l’accumulo di beni d’ogni genere non basta a render felici. È una soddisfazione che, al massimo, dà l’illusione della felicità.

L’abbondanza di beni, ma anche l’abbondanza di svago e divertimenti può saturare, a un certo punto… e c’è un danno, perché non c’è più spazio per gli altri e neanche per il Vangelo.

Gesù denuncia e deplora quella ricchezza che porta i ricchi a una forma di autosufficienza: quella di pensare di non dover nulla a nessuno, quella che chiude in sé stessi e cancella gli altri. Benessere e successo possono rendere insensibili a ciò che accade fuori di noi.

Starsene beati nel proprio mondo è illusorio.

Gesù annuncia che si può essere beati, e felici, solo se si punta la fiducia su Dio e si riconosce che non c’è nulla che non abbiamo ricevuto.

Gesù dichiara beati i poveri che seguono le sue orme. Le Beatitudini ribaltano la logica che divide il mondo in vincitori e vinti. Dichiarando che i poveri, gli affamati, i sofferenti sono beati, Gesù lancia una sfida ai nostri modi abituali di vedere le cose, una sfida alle classifiche di persone che valutiamo su una scala di grandezza, proprietà, potere.

La parola di Gesù manda in frantumi una visione che porta a vedere con invidia chi ha di più, anche se manca dentro: una visione che può ingenerare idee malsane di violenza.

Invece i poveri e i sofferenti ci ricordano una realtà molto semplice: la vita si riceve e poi si dona. Quando si dona, si chiama gli altri all’esistenza, come fa Dio che è per noi. A sua imitazione e somiglianza possiamo essere per gli altri.

   Beati voi poveri… guai a voi ricchi perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete perché piangerete

Povertà e sofferenza non sono situazioni di debolezza e fallimento che saranno ribaltate in futuro. La pagina evangelica delle Beatitudini parla di una battaglia interiore, della mente e del cuore. Una battaglia che dev’essere combattuta da ciascuno, giorno per giorno.

Chi sceglie di vivere il Vangelo deve combattere sempre una battaglia per lasciarsi abitare dagli stessi sentimenti di Cristo – come scrive S. Paolo -, per lasciarsi trasformare dalle sue parole che sono spirito e vita. Scegliere liberamente di rivestirsi di Cristo comporta sempre una battaglia.

Queste prospettive che Gesù apre possono preoccupare e forse anche spaventare un po’. Ma non possiamo dimenticare che le Beatitudini sono state il cammino di Gesù e lui ci ha già preceduto su questa strada. Non solo ci ha preceduto, ma è con noi sulla strada della felicità che promette e offre.

Troveremo in lui la forza necessaria per credere e andare avanti.

 

L’esperienza dell’età che avanza, della malattia o delle difficoltà che paiono insormontabili… ci mettono di fronte alla nostra povertà.

Riconoscere la propria povertà può diventare il luogo di una gioia profonda, grazie al Vangelo di Gesù.

   Beato l’uomo che mette la sua fiducia nel Signore! – abbiamo cantato nel Salmo. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua.