La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 4 aprile 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

V DOMENICA DI QUARESIMA -C-

Letture:

Is 43,16-21 /Sal 125 /Fil 3,8-14 /Gv 8,1-11

Dio si abbassa fino a noi.

   La giustizia umana non è giustizia, perché spesso zoppica… come nel caso raccontato in questo Vangelo.

La giustizia umana è zoppa quando è molto severa con alcuni, li punisce severamente e lascia liberi altri.

Questa donna senza nome, della quale non si sa nulla se non la sua colpa, ha una colpa che non viene messa in discussione e dalla quale lei stessa non si difende.

Lei deve sopportare le conseguenze di uno sbaglio che comunque non ha commesso da sola. Dov’è l’uomo? Dov’è l’adultero che ha tradito il matrimonio?

Gli scribi e i farisei vogliono un processo per quella donna, ma in realtà il processo è contro Gesù.

Il processo a Gesù è in corso fin dall’inizio del Vangelo di Giovanni. Chi è veramente Gesù? Da dove viene?

Ma la decisione di non credergli è già stata presa, insieme alla sentenza per eliminarlo.

Di fronte a quelli che lo interrogano e guardano dall’alto al basso l’accusata, Gesù si abbassa e, piegato a terra, scrive col dito. Gesù si piega verso terra perché anche la peccatrice era a terra in quel momento.

Questo piegarsi è un segno di rispetto. La prima cosa che Gesù, il Figlio di Dio fa con noi è abbassarsi fino a noi, senza guardarci dall’alto in basso.

Si mette a scrivere col dito per terra per dire che Mosè ha scritto la Legge su tavole di pietra, ma lui scrive una nuova legge nel cuore e non sulla pietra, bensì nella terra di cui l’uomo è impastato.

La legge scritta da Gesù nella polvere è fragile. Come Figlio di Dio consegna a ciascuno la parola di Dio, parola scritta per ciascuno, parola che lui stesso scrive nel cuore di ognuno.

Quando poi Gesù si alza in piedi, pronuncia la sentenza famosa: Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.

Ora il vero accusato del processo diventa giudice e gli accusatori se ne vanno, lasciano cadere le pietre, accusati dalla loro coscienza.

La donna accusata non è più condannata da nessuno perché se ne sono andati tutti. Da Gesù non è condannata ma liberata: Va’ in pace. Non peccare più.

Il perdono di Dio precede spesso anche la richiesta di perdono da parte del peccatore. Succede anche in questo caso.

Cristo non condanna, ma libera.

Abbiamo forse delle pietre in mano, pronti a giudicare, ad accusare e condannare?

Il Vangelo ci porta a lasciarle cadere.

Guardiamo a quella legge scritta nei cuori, scritta da colui che ci vuol bene.

Ascoltiamo la sua Parola donata continuamente.

Anche se scritta sulla polvere della nostra fragilità, è detta per noi.