La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 18 aprile 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
PASQUA DI RISURREZIONE -C-
Letture:
At 10,34.37-43 /Sal 117 /Col 3,1-4 /Gv 20,1-9
Qualcosa di inaspettato…
La notizia di Maddalena, che corre e ansimante dice che hanno rubato il Signore, non butta giù di morale, ma scuote la comunità… con una novità piena di speranza: qualcosa di inaspettato sta avvenendo.
La vita passata insieme a Gesù è sempre stata piena di sorprese e di svolte inimmaginabili.
Anche noi oggi, giorno di Pasqua, arriviamo qui con curiosità e speranza.
Arriviamo anche noi senza fiato, come Giovanni e Pietro, perché la nostra giornata è sempre di corsa… vogliamo arrivare dappertutto, ma vorremmo avere sicurezza. Vorremmo sentire che quello che facciamo è valido e che vale la pena proseguire.
Sia Maddalena che i discepoli corrono la mattina presto, quando è ancora buio, ma presto verrà la luce e ci vedranno chiaro. Ci sarà una chiarezza al di là di ogni aspettativa.
Dopo aver corso tra le tenebre dell’incomprensione, si arriva a comprendere che il Signore c’è, è vivo, è vicino e sono vere le cose che ha insegnato.
La corsa allora continua per una vita intera, sempre nella ricerca della verità della vita e nella fiducia che la morte è messa in discussione. Non ha l’ultima parola e val la pena prendere in parola lui che, solo, ha parole di vita eterna.
Corriamo anche noi oggi al sepolcro di Gesù insieme a Simon Pietro e all’altro discepolo che Gesù amava. Essi non avevano mai smesso di desiderare il Maestro e di volerlo incontrare di nuovo.
Pietro è l’immagine di una fede un po’ stanca, una fede che vorrebbe correre ma non ci riesce. È una fede segnata dal tradimento e che ha sempre bisogno di riconciliazione.
Pietro è l’immagine della fede che ha bisogno di essere guarita dall’amore del Signore.
Al contrario, il discepolo che ha fatto l’esperienza di sentirsi amato, che non si è allontanato dalla Croce, è capace di correre più speditamente.
Il discepolo amato è immagine di una fede giovane, una fede innamorata. Questo discepolo intravvede le cose, non entra nel sepolcro di Gesù, intuisce e questo gli basta per credere.
Quando amiamo una persona, non occorre far tante domande per capire quello che il Signore vive. Pietro invece, pur vedendo, non crede ancora.
Il discepolo che Gesù ama non ha bisogno di comprendere tutto per credere.
Non importa quale sia stato il nostro percorso, se lento o veloce, rapido o affaticato, svelto o indeciso: importante è cercar di arrivare all’incontro col Signore, dal quale ci sentiamo amati, e diventare suoi testimoni.
Ciascuno saprà come è il suo incontro col Signore risorto, ciò che esso sia nella sua anima, come sia nella sua visione interiore o nella realtà della sua vita.
In ogni caso, lui diventerà il compagno invisibile e la vita cambierà.