La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 17 maggio 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

DOMENICA V DI PASQUA -C-

Letture:

At 14,21-27 /Sal 144 /Ap 21,1-5 /Gv 13,31-35

La legge dell’amore.

   Vi do un comandamento nuovo! È l’unica legge della vita cristiana.

   Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Gesù lo dice nel momento più oscuro e più tenebroso, quando Giuda è uscito dal cenacolo “ed era notte”.

Nel contesto del tradimento: la legge dell’amore. Nella notte dove non regna l’amore, ma l’odio. Dove non regna la legge dell’amore, ma la legge del tradimento dell’amico.

È sempre notte quando l’odio vince, quando vince la legge dell’ingiustizia.

   È l’impero delle tenebre – si legge nel Vangelo -, perché in quel momento si condanna l’innocente che è Gesù, si mette a morte il giusto che viene eliminato come scomodo dai potenti delle istituzioni religiose e politiche.

Gesù se ne va e mette insieme la sua comunità consolidandola attraverso il comandamento “nuovo”. Consegna la regola di vita che cementa la loro identità, la legge dell’amore: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Ci si aspetterebbe: “come io ho amato voi, così voi amate me”: sarebbe giusta reciprocità, naturale e in piena corrispondenza di affetti. Invece Gesù non chiede nulla per sé. Non domanda ai suoi di amarlo come lui li ha amati e neppure domanda di amare Dio.

L’amore di Gesù è gratuito: non domanda compenso.

L’amore basta a sé stesso.

La gloria di chi ama è di aver amato.

Gesù comanda invece ai suoi di amarsi gli uni gli altri come lui li ha amati.

Non si tratta solo di amarsi a vicenda. La reciprocità sarebbe anche pericolosa, perché uno potrebbe deludere, o essere ingrato o mancante: allora il rapporto sarebbe finito.

Gesù non dice solo: Amatevi gli uni gli altri, ma aggiunge: come io vi ho amato… e questo è fondamentale!

Non si tratta di misurare sull’altro il nostro amore e di entrare in competizione sulle opere dell’amore.

Se fosse così si potrebbe entrare in una spirale pericolosa… quasi a sentirsi in debito verso l’altro o avere pretese: io ho dato di più, o devo dare di più per pareggiare, o non vale la pena dare ancora.

Il criterio, la misura non è “come l’altro mi ha amato”, ma “come Gesù ha amato me!”.

Come si è visto, il suo modo di amare è quello dello spreco senza misura, senza limite.

Se i cristiani si ameranno così, si vedrà che sono suoi seguaci.