La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 7 giugno 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
SOLENNITÀ DI PENTECOSTE -C-
Letture:
At 2,1-11 /Sal 103 /Rm 8,8-17 /Gv 14,15-16.23-26
Fuoco interiore che brucia le paure.
Abbiamo chiesto pregando nell’orazione colletta: …Rinnova anche oggi nei credenti i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.
Sono i prodigi dello Spirito Santo che si presenta come vento impetuoso che spalanca porte e finestre della casa in cui i discepoli si trovavano.
Si presenta anche come un fuoco divino che brucia le loro paure: un fuoco interiore che spinge a parlare del Signore Gesù che è risorto.
Lo Spirito spinge a superare le barriere culturali e linguistiche: infatti i discepoli si fanno capire da tutti.
C’è un elenco di popoli, rappresentati in quel giorno, che va ben oltre gli orizzonti conosciuti dagli apostoli, e perfino oltre i confini dell’impero romano: Parti (Caucaso), Medi (oltre l’Iran), Elamiti, Cretesi, Arabi; insomma tutto l’Oriente e l’Occidente.
Gesù aveva promesso prima di lasciarli: lo Spirito che avrebbe mandato li avrebbe fatti diventare suoi testimoni fino agli estremi confini della terra.
Testimoni di che cosa? Delle grandi opere di Dio e, la prima fra tutte, la risurrezione di Cristo, cioè il suo innalzamento come Signore alla destra di Dio.
Perché il racconto insiste tanto sulle lingue straniere che gli apostoli parlavano annunciando la risurrezione? Il più grande ostacolo alla comunicazione non erano le lingue sconosciute.
Il più grande ostacolo era l’idea di risurrezione dai morti, che era totalmente sconosciuta o rimandata alla fine del mondo.
Di ritorno dal monte della trasfigurazione, Gesù aveva detto di non parlare con nessuno di quell’esperienza fino a dopo la risurrezione… e i discepoli si chiedevano cosa potesse significare “risurrezione dai morti”.
La sorella di Lazzaro pensava che suo fratello sarebbe risorto solo nell’ultimo giorno.
Il grande miracolo della Pentecoste è di far capire a tutte le menti e a tutte le mentalità che la risurrezione è un atto di Dio: atto che si è compiuto nella risurrezione di Gesù.
Il vento dello Spirito Santo si fa sentire e si fa vedere nei suoi effetti: spinge fuori dal torpore, come i discepoli che sono spinti a condividere la lieta notizia di Gesù.
Lo Spirito è fuoco che riscalda la carità all’interno della comunità e stimola a usare i doni ricevuti a favore di tutti.
Lo Spirito Santo è vento che gonfia le vele e spinge ad essere testimoni del regno di Dio.
È un vento che sospinge e fa andare oltre quello che siamo e facciamo… basta che le vele non restino arrotolate a riposo, ma siano dispiegate con coraggio e speranza, allargando i cuori.