La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 4 luglio 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-
Letture:
Is 66,10-14 /Sal 65 /Gal 6,14-18 /Lc 10,1-12.17-20
Spendersi per gli altri senza riserve.
Vi mando come agnelli in mezzo a lupi.
Gesù manda i suoi nel mondo… nel mondo così com’è.
Vediamo ogni giorno un mondo e una società in cui occorre stare attenti. Popoli e singoli sono in pericolo di farsi sbranare… perché ci sono quelli che usano la forza per sottomettere i deboli. Predatori nel mondo fanno i loro interessi senza che nessuno dica niente.
Gesù manda i suoi. È un onore portare il regno di Dio anche se ciò comporta dei rischi. Bisogna metterli in conto e non spaventarsi.
Gesù manda davanti a sé i suoi: ovunque ci sia bisogno di una parola di speranza, di una mano che aiuta e guarisce.
Gesù manda i suoi dove il mondo ha più bisogno della pace… quella che solo lui può dare.
Gesù manda tra lupi. Se cerchiamo una spiritualità che rende felici e tranquilli, scordiamocelo! Se sogniamo di avere dietro a Gesù una vita dolce e appagante, non illudiamoci!
Gesù manda oggi nel mondo così com’è.
Manda come agnelli… buoni, gentili, servizievoli ma non per cercare gli altri agnelli gentili e benevoli. Manda in mezzo a lupi che sono anche egoisti, prepotenti per annunciare la conversione… cioè quel miracolo che Isaia profetizzava in questi termini: il lupo dimorerà insieme all’agnello…
Missione dei credenti è pace e riconciliazione.
Mandati a vivere tra i nostri contemporanei come testimoni del regno di Dio.
Non c’è bisogno di convertire altre pecore, ma riconciliare e guarire il nostro mondo ferito.
Mandati come agnelli… non bisogna dimenticare la tentazione di usare le stesse armi dei lupi.
Vien voglia a volte di “mostrare i denti”. Bisogna “farsi valere” – si dice – e “Dirne quattro a chi se lo merita!”.
La tentazione può stimolare una “fame da lupo” se si tratta di denaro, della propria fama, di potere, di piacere egoistico…
I seguaci di Cristo devono sempre regolare le proprie tendenze istintive, ed essere un po’ più mansueti e trattare con delicatezza i più vulnerabili, ma non sempre ci riescono.
Pregate il Padrone che mandi operai.
C’è tanto da fare per portare il regno di Dio. La messe è molta… ma prima bisogna pregare. Il lavoro della missione si fonda sulla preghiera.
La missione è itinerante, non è ferma, cammina sulle nostre gambe, porta pace e guarigione. Non è proselitismo. È parola franca, ma parola che può essere anche respinta.
Senza reagire con condanne e maledizioni, si cerca di perseverare qualora il messaggio di salvezza viene respinto.
I 72 tornarono pieni di gioia per il successo della missione.
Non era gioia effimera, eppure Gesù parla di una gioia ancora più grande: i vostri nomi sono scritti nei cieli.
È la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il Figlio e a essere suoi discepoli. Il nome di battesimo di ognuno qui presente è scritto nel cuore del Padre.
Questa gioia fa di ogni discepolo un missionario: uno che cammina in compagnia di Gesù, che impara da lui a spendersi per gli altri senza riserve.