La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 2 agosto 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-

Letture:

Qo 1,2;2,21-23 /Sal 89 /Col 3,1-5.9-11 /Lc 12,13-21

La felicità vera.

   C’è una questione tra fratelli, questione di eredità, e vogliono coinvolgere Gesù. Uno vuol dividere a metà e l’altro tener unito il patrimonio per vivere insieme.

Gesù risponde ma non affronta la questione: raccomanda solo di star lontani dall’avidità, cioè dalla smania di possedere.

Ricorre a una parabola che vola alto: c’è aria di orizzonti più larghi, aria di eternità. Davanti a quello che il ricco progetta, si contrappone quello che la sapienza biblica dice.

Il ricco mette davanti alla sua anima tre considerazioni:

  • i molti beni ammassati,
  • i molti anni che questi beni gli possono assicurare,
  • la tranquillità e, anzi, un benessere sfrenato: Anima mia riposati, mangia, bevi e divertiti.

Dio gli risponde con quello che la Bibbia ripete da sempre: Renderai la vita. Al posto del godimento della vita, c’è questo “rendere” la vita a Dio che ce l’ha data.

La saggezza biblica fa il discorso più serio e realistico… e anche provocatorio: Quello che hai accumulato, di chi sarà? E Gesù conclude: Così è di chi accumula per sé e non arricchisce verso Dio.

C’è un altro orizzonte verso il quale bisogna guardare. I beni materiali sono necessari (sono beni!) ma sono mezzi per vivere onestamente e nella condivisione coi bisognosi.

Il Vangelo invita a prendere atto che le ricchezze possono incatenare l’anima e distogliere dal vero tesoro che è nei cieli, cioè in Dio.

Ce l’ha ricordato anche San Paolo nella seconda lettura: Cercate le cose di lassù… Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Questo non vuol dire estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno valore veramente: giustizia, solidarietà, accoglienza, fraternità, pace, tutte le cose che danno dignità all’uomo.

Si tratta di “arricchire la vita verso Dio”, cioè nella direzione giusta.

Si tratta di tendere a una vita realizzata non secondo lo stile mondano, ma evangelico: amare Dio con tutto sé stessi e amare il prossimo come lo ama Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé.

L’accumulo dei beni e la voglia di averli non saziano, anzi, provocano di più la fame!

L’amore di Dio e del prossimo, quando è vissuto, dà felicità vera!

Mentre la ricchezza smisurata provoca inquietudine, avversità, prevaricazioni, guerre!

…Tante guerre cominciano da qui.