La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 22 agosto 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-
Letture:
Is 66,18-21 /Sal 116 /Eb 12,5-7.11-13 /Lc 13,22-30
“Sforzatevi di entrare!”
Domenica scorsa, san Luca diceva che il giudizio finale è già cominciato. Sta a ciascuno posizionarsi dentro o fuori il regno di Dio.
C’è però la tentazione (o l’illusione) di avere già il biglietto in tasca e il posto assicurato (ma non occupato!) mentre si sta a valutare se sono tanti o pochi quelli che entreranno.
Gesù dice una parola chiara che disincanta: «Intanto entraci tu. Prendi posto nel regno di Dio». Non aspettare gli altri. Non stare a guardare.
Gli avevano domandato: Sono tanti o pochi quelli che si salvano? È una domanda sterile, un perditempo! Non è attinente alla vita reale. Sforzatevi di entrare! – dice Gesù.
Gli antichi profeti guardavano al futuro per indirizzare bene il presente. Alzavano lo sguardo al futuro per incanalare l’impegno presente nella fedeltà al Dio fedele.
Gesù è sulla stessa linea. Sembra dire: «Sforzati di entrare tu, intanto! Agli altri provvederemo!». Non è discorso egocentrico né egoistico, ma pratico. Sei nel regno di Dio? Sei nel suo amore? Da qui si comincia. Hai reso sicura la tua conversione? Sei dentro la porta o ancora sulla soglia?
Una domanda analoga che oggi si farebbe al Signore e che di fatto serpeggia: “Perché Dio, che ama tanto l’umanità permette tante sofferenze?”.
Il Signore risponderebbe: “Fate tutto il possibile ora, e combattiamo il male in tutte le sue forme”. Cominciate a costruire pace non domani, ma oggi! Le parole del Vangelo sono una chiamata per oggi e non per domani.
A tanti che ancora indugiano sulla soglia il Signore dice: Molti verranno da oriente e occidente e siederanno a tavola nel regno di Dio.
È bello pensare al paradiso come una festa di nozze a cui si partecipa seduti a tavola. Per quella festa abbiamo tutto: l’invito, il posto assicurato… ma bisogna occuparlo, il posto, prima che altri lo occupino e ce lo portino via!
Non basta esser chiamati col battesimo e non basta aver partecipato alla liturgia con costanza (Abbiamo mangiato e bevuto alla tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze…). Non basta credere di appartenere al regno, bisogna esserci dentro davvero.
Molti credono di aver diritto al banchetto del regno, come il figlio maggiore che vantava di essere sempre stato a servizio del Padre, ma non era per niente in sintonia col Padre.
Il fariseo si vantava di essere fedele a differenza del pubblicano peccatore… Avrebbe dovuto essere riconoscente e tenersi buona la sua grazia.
La grazia non è esclusiva: è anche per tanti altri.
Il regno di Dio deve raggiungere tutta l’umanità, senza escludere nessuno.
È il sogno di Dio secondo il profeta Isaia: Verrò a radunare tutte le genti.
È il sogno di Gesù: Verranno dai quattro venti e siederanno a tavola nel regno di Dio.