La riflessione domenicale
Pubblicato giorno 14 novembre 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -C-
Letture:
Ml 3,19-20/Sal 97 /2Ts 3,7-12 /Lc 21,5-19
Cieli nuovi e terra nuova.
Mentre in pellegrinaggio nella Città santa ammiravano la costruzione grandiosa, Gesù dice che non resterà pietra su pietra. Delusione!
Vorrei vedere se dicessero a noi che San Pietro a Roma sarà distrutto…
Comunque la distruzione profetizzata da Gesù era stata fatta anche dai Profeti Malachia… Geremia aveva pronosticati “un mucchio di rovine per la Casa del Signore”: lo hanno sequestrato, legato e gettato in una cisterna sotterranea semivuota, che stesse lì!
Se per gli ebrei la catastrofe è stata profetizzata (e si è avverata, ed è stata interpretata come il giudizio di Dio!), per i cristiani è preannunciata da Gesù una grande messa in prova. Su questo è stato molto chiaro: Badate di non lasciarvi ingannare… Molti verranno nel mio nome dicendo: Sono io! Non andate dietro a loro.
Per tutti ci sono gli eventi della storia. Sono sotto gli occhi e riguardano tutti: sconvolgimenti, guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie, pandemie… Ognuno può constatarlo ogni giorno: il mondo è colpito da questi eventi fino alla fine.
Ma la fine del mondo non sarà una catastrofe: Allora il Signore verrà nella gloria per il giudizio! Ed è una bella notizia, questa! Perché ci saranno cieli nuovi e terra nuova. Ci sarà il regno di Dio per sempre, perché ora è solo iniziato per chi crede.
Ma prima di questo lieto fine, Gesù denuncia la violenza umana verso i seguaci, l’ostilità, la persecuzione. Ci sarà il rigetto violento dei cristiani da parte del mondo.
Del resto, se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Se Gesù è stato condannato e messo a morte, non sarà tanto diversa la sorte dei suoi.
La situazione in cui sono costretti a vivere i credenti è contraddittoria. Occorre guardar le cose in faccia e quindi aspettarsi l’ostilità del mondo (ammesso che viviamo il Vangelo veramente e non siamo per caso diventati mondani anche noi!).
Nella nostra situazione siamo tentati, da una parte, a chiuderci come in una fortezza e diventare intransigenti: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori!
Assaliti dalla paura e perciò portati a condannare il mondo, la società di oggi, il mondo moderno…
L’altra tentazione è arrendersi al mondo, diventar mondani anche noi, accettare il “così fan tutti”.
Mondanità è voler essere applauditi, cercare il consenso di tutti… Sperare che tutti dicano bene di noi… è umano, ma non è conforme al sentire di Gesù (che dovrebbe essere il nostro!).
Per Gesù, la nostra critica situazione può essere una risorsa. È un’opportunità. Gesù vede nell’ostilità patita dai suoi un’occasione di esser testimoni di lui e del vangelo.
Esser testimoni non a parole ma con lo stile di vita di Gesù: mitezza, invocazione del perdono quando ci raggiungesse l’ostilità… il rifiuto, la calunnia, la persecuzione.
Gesù chiede di rimanere saldi anche nell’ora cattiva, ma la fermezza e la solidità le dà lui!