La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 6 dicembre 2025 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

II  DOMENICA DI AVVENTO -A-

Letture:

Is 11,1-10 /Sal 71 /Rm 15,4-9 /Mt 3,1-12

L’Amore di Cristo.

 Giovanni Battista è voce che grida nel deserto.

Non grida nella città, non passa col megafono. È la città che va a lui e lo cerca nel deserto.

Nel deserto si sente la sua parola libera e sincera. Giovanni ha parole che risvegliano la speranza, ha parole che sconvolgono e incoraggiano pure.

Non occorre che noi oggi andiamo nel deserto, perché il deserto è dentro di noi. Come dice il Salmo: All’aurora ti cerco. Ha sete di te l’anima mia. Sono come terra deserta, arida, senz’acqua.

Il deserto fiorisce appena cade un po’ di pioggia, e la fioritura è bellissima, ma dura poco. Così in noi: c’è qualche momento positivo di chiarezza, ma presto è insidiato da freddezza, aridità e arsura.

Ecco che ci viene promesso un battesimo di acqua che ristora l’aridità e un battesimo di fuoco che riscalda la freddezza.

Giovanni Battista è profeta che risveglia e scuote dal torpore. Se le nostre menti sono confuse, trovano chiarezza. Giovanni parla di “figli di Abramo”: c’è una lunga stirpe di credenti. Ci siamo anche noi, che abbiamo per padre Abramo. Come credenti siamo in questa lunga discendenza. È una discendenza che non è solo un patrimonio di pietre e di monumenti, e neanche solo di documenti scritti, ma ha un patrimonio di convinzioni sulla dignità umana. È una discendenza aperta a qualcosa di più grande e più alto di noi e con un’apertura al futuro… da preparare e attendere.

La parola del profeta non è quella di tanti saggi: è molto di più. Non insegna come vivere, ma piuttosto come non morire: non deve morire la speranza!

Abbiamo bisogno che i figli di Abramo siano trasformati: da pietre scagliate dagli uni contro gli altri (oggi anche bombe distruttive!) siano trasformati dalla forza di Dio in figli suoi e fratelli… perché lui può fare il miracolo, parola del Battista! Da queste pietre lui può suscitare figli di Abramo.

È questo il regno di Dio annunciato. Per prepararlo, Giovanni ci offre un battesimo di acqua (occasione di purificazione e rinnovamento) e un battesimo di fuoco, cioè di Spirito Santo.

A prima vista sembrano promesse di condanna, invece sono annunci consolanti e confortanti. Questo fuoco altro non è che l’amore di Cristo, misericordioso e salvatore. Questa è la promessa gridata dal Battista!

È speranza donata anche alle nostre coscienze forse desertificate, spesso addormentate e rallentate da tanti idoli che occupano tutti gli spazi e ingombrano.

C’è bisogno dell’acqua corrente del fiume in cui Giovanni battezza, per lavare e portar via le scorie, pulire sempre di nuovo ciò che è sordido.

Abbiamo bisogno di raddrizzare le vie al Signore che viene, che anzi c’è già come in incognito, non visto, già in mezzo al suo popolo…

Non grida e non sgrida. È presente con mitezza e benevolenza in mezzo all’umanità peccatrice e sofferente, senza scoraggiarsi dei mali e delle cattiverie.

Annuncia perdono, cambio di pensiero su Dio, inversione di rotta cominciando da sé stessi…